17.2.15

BAR LOBO, BARCELLONA...


Nostalgia...e noia. Dove vorrei essere ora? 
Potrei essere ovunque, ma dove precisamente in questa calma e piatta notte? 
Ah! Barcellona! Camminare per ore, guardare le strade, sbirciare nelle vetrine, scovare locali. Sì come quella volta che scoprii uno scorcio nuovo e inaspettato dietro las Ramblas, uno slargo bohémien, in cui predominavano armonia e bellezza. All'angolo con Carrer del Pintor Fortuny c'era una grossa vetrata illuminata da tantissimi lampadari di carta e strani lampadari a forma di libro.
Fu così che per la prima volta vidi il  Bar Lobo e me ne innamorai...

grupo tragaluz
urban pixxels
inda studio bcn
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adriaan louw



16.2.15

CHE FINE HA FATTO IL CORRIDOIO?



Ci avete fate fatto caso che nelle case moderne l'ingresso non esiste più, la cucina si riduce ad un angolo nel salone, i disimpegni sono ridotti al minimo, il corridoio è ormai un ricordo delle case delle nonne? Beh, so che non dovrei dirlo, è vero, sono un architetto e dovrei essere pionere della visione contemporanea della casa, ma devo confessarvi un segreto...non ne posso più di vedere case che rinunciano a questi fondamentali spazi vitali!! Le case di oggi, sia se si parli di ville in campagna sia di attici in pieno centro, hanno ormai uno stampo planimetrico che le omologa. Varcata la porta di accesso si viene istantaneamente risucchiati dal salotto; ci si aspetterebbe un'area di servizio, un'alcova dove poterci scrollare di dosso le fatiche della giornata e i pesi del lavoro...e invece siamo subito immessi nel cuore della casa, pieni di buste della spesa, con il cappotto e l'ombrello gocciolante diretti verso una qualche sedia dove buttare tutto. Per i più fortunati la cucina è proprio appena si entra a sinistra quindi il tragitto, carichi come muli per la spesa appena fatta, non risulta troppo ostico. Che dire poi di quei bei mobili antichi che risalgono ai nostri antenati a cui siamo tanto legati ma che non sappiamo dove mettere? Sì perchè, nelle case moderne, non essendoci disimpegni, non ci sono nemmeno le pareti che li delimitano, utilissime invece come quinte per far risaltare dei bei pezzi di design all'ultimo grido o modernariato scovato in un mercatino.
Vedete, non stiamo parlando di “spazi morti” come molti vogliono farci credere, ma di spazi essenziali, filtri vitali tra una camera e l'altra. Le case, se si presentano con un ingresso, risultano più accoglienti ed ospitali. E le camere da letto, se preannunciate da un caldo corridoio, sono più pacate e ben disposte al riposo.

Voglio concludere questa mia breve riflessione con un pensiero di Marguerit Duras, tratto da “ La vita Materiale”:
Generalmente le case moderne non hanno quei vani che sono le frasi complementari delle proporzioni principali costituite dalla cucina e dalla camera da letto. Parlo dei locali in cui sistemare la spesa. Mi domando come farne a meno, dove mettere la roba da stirare, le provviste, i lavori di cucito, le noci, le patate, i formaggi, gli elettrodomestici, gli attrezzi, i giochi, ecc. Le case moderne non hanno neppure i corridoi dove i bambini possano correre o giocare, corridoi per i cani, per gli ombrelli, i cappotti le cartelle [...]”

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10.2.15

METAMORFOSI DI UNA SCALA



La prima volta che ho visto le scale di Francesco Librizzi sono rimasta a dir poco affascinata. Ho subito capito quanto la parola scala fosse, in questo caso, riduttiva e inappropriata.

Sono magiche sculture silenziose, presenze geometriche complesse e garbati ospiti.

Il ferro è il protagonista strutturale, a volte il legno lo accompagna, i dettagli sono sempre il punto forte.

Appaiono come  macro oggetti nati per quel luogo ma che potrebbero adattarsi in ogni tipo di casa e di ambiente.

Stanno lì ,educate, al loro posto;  non tolgono la scena a niente ma sanno come farsi notare e lo fanno nella maniera più raffinata possibile.


Quale maniera più pacata per l'attacco a terra della scala se non utilizzare lo stesso linguaggio formale della pavimentazione ?